le donne lanterne

Come ogni volta che torna da un viaggio, mio fratello Marco mi fa vedere le foto scattate; ama fotografare le persone durante le loro attività quotidiane. Della Namibia vedo paesaggi incredibili, elefanti e, all’improvviso, appare una donna vestita con un abito che rimanda all’età coloniale, ampio, dai colori sgargianti: e lei, cosa ci fa vestita così? Da qui inizia il mio personale percorso di scoperta di quello che è stato il primo genocidio del 900 per mano tedesca nei confronti della popolazione Herero, tra il 1904 e il 1907. Le donne con i loro vestiti mi hanno trascinato dentro l’aspetto estetico e identitario delle Herero; quei vestiti così curati e colmi di significato, simbolo di una vittoria postuma: in Africa, il cacciatore indossa la pelle dell’animale che ha ucciso, così come il soldato s’impossessa dell’uniforme del nemico. È una prova della sua vittoria. Dopo il genocidio, l’uniforme per l’uomo e l’abito lungo per le donne sono diventati il simbolo di una lotta intensa, la volontà così forte di portare avanti una richiesta di giustizia.
Studiando ho scoperto l’orrore e un mondo incredibile fatto di forza e di senso di appartenenza, di volontà. Ulteriore elemento la Terra, un elemento che lavoro quotidianamente. Lavorarla per realizzare delle sculture che ho chiamato le Donne lanterne mi porta naturalmente a pensare alla terra perduta, rubata col sangue. Nel mio gesto c’è un desiderio di restituzione, e voler chiedere scusa in quanto donna europea.

Di qui il progetto, che è nato da bozzetti e poi studiando la vicenda storica, prendendo contatti con giornalisti e studiosi tedeschi e namibiani.

Le sculture sono realizzate in terra CT, molto materica che ha bisogno di una cottura ad alta temperatura, 1260 gradi.
Le donne lanterne vivranno in una mostra in cui saranno le narratrici della vicenda storica. Voglio associare ad alcune di esse dei racconti o testimonianze di donne Herero e dichiarazioni prese dagli atti processuali. Insieme alle sculture, ci saranno dei vasi che raccolgono parole che esprimono richiesta di giustizia in lingua Herero.